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L’unico modo per uscirne è restare a casa

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#IORESTOACASA #ANDRÀTUTTOBENE

In queste ultime settimane stiamo vivendo un cambiamento veloce e assolutamente non previsto. La nostra vita è stata improvvisamente rivoluzionata. Arriva qualcosa di non visibile e non ancora sperimentato che ci catapulta in una condizione completamente nuova.

Anche se non abbiamo colpe per quello che sta accadendo, e nonostante ci troviamo nella parte del mondo più ricca e avanzata, stiamo toccando con mano cosa vuol dire vivere forzatamente in casa. E se non bastasse abbiamo la possibilità di capire cosa significa veramente sentirsi discriminati, isolati. Nel giro di pochi giorni abbiamo abbandonato abitudini e certezze.

Tutti, ma proprio tutti, siamo chiamati a riorganizzare la nostra vita. L’aspetto che in questo momento ha richiesto un cambiamento importante è il modo con il quale comunichiamo e stabiliamo relazioni. Toccarsi fisicamente o solo stare vicini è diventato rischioso. Questa nuova condizione ci fa sentire distanti fra di noi, soprattutto se osserviamo la realtà su un piano materiale.
A questo punto meglio cambiare la prospettiva e domandarci cosa possiamo fare partendo da noi, da quello che in qualche modo possiamo attivare. E soprattutto spostiamo l’attenzione su cosa possiamo imparare da questa esperienza. A queste domande rispondo così: possiamo solo assecondare il cambiamento, giorno per giorno.

Anche le mie abitudini sono cambiate radicalmente. Da quando è partita questa emergenza trascorro l’intera giornata al lavoro – da remoto. Gli incontri di persona sono diventati incontri telefonici o via Skype. L’ascolto è diventato se possibile ancora più attento e profondo. Sento di poter fare la mia parte nel pieno rispetto delle regole e delle persone che seguo da qui, dalla mia casa di Torino, dove vivo con la mia famiglia.

Questa mi sembra inoltre una buona occasione per dare forma ad alcuni suggerimenti che sono emersi proprio nei contatti telefonici con le persone che seguo per lavoro. Spero che questo post possa in qualche modo dare un contributo per riflettere su di noi, sulle persone che abbiamo vicino e sul momento che viviamo.
Sono convinta che quello che ci sta accadendo ha in sé una possibilità di crescita. Anche la situazione peggiore e più stressante è un’importante occasione di evoluzione. Sono proprio gli eventi difficili che ci offrono la occasione giusta per riscoprire in noi risorse e capacità che neanche pensavamo di avere. Se vivessimo solo in condizioni positive, non potremmo scoprire quei lati della personalità che ci rendono più solidi.

Non lamentiamoci. Non serve a niente se non a farci concentrare sui lati negativi di quello che stiamo affrontando. Piuttosto che pensare a quanto siamo sfortunati, meglio guardare alle nuove possibilità che possono aprirsi davanti ai nostri occhi.

E ancora giudicare una situazione come sbagliata o additare un comportamento (nostro o altrui) come dannoso, potrebbe bloccare la nostra capacità di trovare lati positivi. Per questo motivo, suggerisco di iniziare a guardare ogni evento apparentemente negativo come qualcosa che contiene un messaggio importante su quanto stiamo vivendo.

Molti mi raccontano di avere paura. È normale in questa situazione. La paura è una emozione che protegge e porta a pensare due volte prima di agire. Ascoltiamola, ma facciamole anche capire che dietro tante abitudini e passate certezze può esserci di meglio, forse. Magari non sarà così, ma se non apriamo quella porta, non potremo mai sapere cosa c’è dietro.

Abbiamo una occasione unica per dare spazio alle cose veramente importanti e lasciare da parte il resto; insegniamo ai nostri ragazzi che la vita è anche incertezza e precarietà; viviamo ogni giorno nel modo migliore possibile.

Se pensare al proprio piccolo interesse è stato per molto tempo la regola, questa esperienza ci manda un messaggio chiaro: l’unico modo per uscirne è stringerci forte in un grande abbraccio virtuale e virtuoso.

Dalle azioni che mettiamo in atto ora dipendono non solo le nostre sorti, ma anche quelle di tutte le persone che ci stanno intorno. E anche noi dipendiamo da loro.
Qualcosa di assolutamente immateriale sta prendendo per mano tutti noi e ci sta preparando al cambiamento che ancora non riusciamo a immaginare. Sparirà probabilmente tutto quello che non serve più e usciremo da tutto questo, speriamo, più forti di prima.